GLOCAL NEWS from Sergio Andreatta (Italy): opinion leader, freelance and pro-am journalist, poet, author. Pages about “ways of being, appearing and existing”. > Twitter @sergioandreatta
Grande successo ieri sera a Latina allo Spazio/Teatro di Opera Prima per la seconda rappresentazione (la prima é andata in scena la sera precedente) di una pièce liberamente tratta dall’omonimo racconto di Oscar Wilde. Si apre con il prologo scritto da Paolo Diliberto. Poi la chiave comica, per la sapiente regia di Giulia Tramentozzi, prende il sopravvento e la felice azione del collettivo degli attori, tutti bravi per cui non ci sarebbe bisogno di un nome in particolare se non quello del protagonista Lord Arthur Savile, magistralmente interpretato da Stefano La Starza e magari del suo fedele maggiordomo James (Pierre Ciccone), ha contribuito a rendere eccellente uno spettacolo molto apprezzato e applaudito, alla fine e durante, dal numeroso pubblico presente. Il giovane Lord è indotto dalla lettura della mano ad opera di Podgers, il chiromante di Lady Windermere (Adriano Vittorio Lucco), a diventare paradossalmente un assassino senza possibilità alcuna di sottrarsene a causa del suo aberrante senso del dovere. “Delitto! Ecco cosa vi aveva visto il chiromante”. E povera Lady Clem (l’espressiva Sofia Milan) prima vittima designata che però riuscirà a scampare fortunosamente al pericolo! Il delitto diventerà per Lord Arthur l’unico rimedio per risolvere una situazione davvero imbarazzante. Così sul piano inclinato dell’equivoco tutto diventa uno spettacolo incredibilmente fatale. Sergio Andreatta
Scenografie: Federica La Starza; Luci e Fonica: Dario De Francesco; Voce fuori campo: Giordana Meo; Grafica: Gabriele Saviano; Scrittura Prologo: Paolo Diliberto;Regia: Giulia Tramentozzi.
Bertilla Camilla Andreatta De Coppi (Latina, Borgo Bainsizza 16.12.1939 – Verona, Cesiolo 27.05.2023) è stata per 58 anni una fervente missionaria cattolica della Congregazione delle Pie Madri della Nigrizia fondata il secolo precedente da San Daniele Comboni. Dopo i voti di consacrazione del 29 sett. 1965 e ulteriori due anni di formazione viene inviata agli inizi in missione in Eritrea (1968/’72) per completare la formazione sul campo e come insegnante nell’ Ist. Santa Famiglia di Asmara ed evangelizzatrice nei villaggi degli Altipiani; a seguire viene mandata in Ecuador (1972/’73: nell’isola di Limones nel Pacifico e poi (1973/’74) a Sighcios oltre i 4.000 m. delle Ande, quindi nominata (1974/’83) direttrice dell’ Ist. fiscomisional “10 de agosto” di San Lorenzo del Pailon sulla Costa. Inviata in Mexico (1983/1987) dirige da provinciale il Noviziato di Città del Messico; tornata in Italia (a Roma, Via Boccea 506, 1988/’96) assume l’impegnativa funzione di procuratrice generale ma poi su suo stesso sollecito, dopo otto anni d’incarico, ritorna definitivamente nella prediletta terra di missione dell’Ecuador, nella “provincia verde” di Esmeraldas (1996/2022). Una vita, la sua, spesa nell’instancabile azione pastorale educativa e sanitaria in varie sedi conclusasi con la direzione per vent’anni del Centro Medico M. T. Anastasia di Esmeraldas. Notevole l’aiuto da lei offerto ai niños con le adozioni a distanza e le borse di studio (grazie ad una vasta rete italiana di solidarietà), fiamma d’amore per i poveri fino alla fine si spende in soccorso e assistenza dei malati! Fu autrice di numerosi manoscritti e di un’intensa silloge poetica di carattere religioso solo in parte edita in appendice al libro di Sergio Andreatta, “Camilla, Missione Esmeraldas”, Aurore Ed., 2015 … Formatrice competente e attenta, cooptata come relatrice apprezzata in diversi convegni di studio. Quando poi alla fine di un anno di sofferenze per un tumore e di amorevoli cure, ricevute nella sua famiglia comboniana del Cesiolo dove nel 1965 nelle mani del vescovo aveva emesso i suoi primi voti, sopraggiunse per lei la “destinazione paradiso“. Ora riposa tra le braccia del Signore rimanendo la sua opera e il suo ricordo ben presente nella memoria e nel cuore dei tanti che ha aiutato e le hanno voluto bene. In compagnia di altri apostoli e apostole consacrati alla missione giace, in attesa della resurrezione, nel Cimitero Monumentale della sua amata Verona.
CHIESA PONTINA è il Mensile di Coordinamento e Animazione Pastorale della Diocesi di Latina-Terracina-Sezze-Priverno, nel n°. 313/2023, a pag.10, dedica un ampio articolo alla comboniana suor CAMILLA ANDREATTA, mia sorella che dopo quasi 60 anni di missione in varie parti del mondo, si è spenta il 27 maggio scorso a Verona: Un canto d’amore.
In fondo pagina un ricordo di don ADRIANO BRAGAZZI, vicario del Vescovo, prematuramente scomparso. Un sant’uomo.
Ecco chi era don Adriano Bragazzi e chi, sulla testimonianza dell’ultima superiora, sr. Camilla Andreatta: due esempi luminosi, due pontini iscritti al registro dei testimoni di fede della Chiesa non soltanto locale. Sergio Andreatta
Agli Amici e Sostenitori della Missione di Esmeraldas (Ecuador)
Varie Sedi – Italia
Carissimi/e in Cristo,
verso il termine della mia giornata desidero scriverVi ancora una volta ed esserVi grata per la vicinanza dimostrata in tanti anni alla Missione. Sono fiduciosamente aggrappata alla speranza e mi faccio stringere dalle braccia del Signore.
Dopo quattro anni sono rientrata in Italia alla fine di aprile per una visita alla famiglia e per sottopormi ad uno screening medico. E da lì è diventata più chiara la mia tribolazione. Potrò ancora rientrare in Missione, dove sento di aver ancora tanto da dare, mi chiedo, o i disegni del Signore per me sono altri? Ricordo i miei primi tempi sugli Altipiani di Eritrea e alla Scuola di Asmara, l’isola di Limones sperduta nel Pacifico e le cime delle Ande che mi facevano entusiasmare per la loro altezza perché toccavo il cielo. Così l’Ecuador, con le missioni sulla Costa di San Lorenzo del Paillon prima e di Esmeraldas dopo, sarebbe diventato la mia seconda patria. In questi giorni la Croce che splende sul campanile della Chiesa nuova di Santa Chiara a Latina sembra accendersi più vivida per proiettare nella notte i suoi raggi di speranza sulle tenebre della vita e sul deserto che ci circonda.
Dopo la parentesi a Città del Messico e l’incarico alla Procura Generale di Roma, ho chiesto, e mi è stato accordato, di rientrare 26 anni fa nella Missione Comboniana di Esmeraldas dove mi sarebbe stato affidato dal Vescovo l’incarico della Pastorale Educativa diocesana. Sostenuta da tanti Benefattori di ogni parte d’Italia, ho potuto attivare qui vari Progetti di sostegno alla popolazione ma soprattutto di aiuto ai niños, come il Progetto Educamy con numerose adozioni a distanza, per accompagnarli nello studio e avviarli ad una vita più dignitosa. Con l’Hogar Campesino abbiamo potuto ospitare in una casa in città, sostenendoli nei loro percorsi di buona crescita, i ragazzi poveri provenienti da villaggi anche estremi. Tra tanti gravi problemi quotidiani non sono mancate molteplici iniziative a favore dei più bisognosi e delle famiglie. Successivamente una quindicina di anni fa sono stata chiamata ad occuparmi di Sanità, a dirigere lo storico Centro Medico Madre Anastasia… E in questa veste mi sono adoperata per migliorarne le prestazioni fino a qualche mese fa quando l’età e le condizioni cliniche mi hanno consigliato il passaggio di testimone. Rimarrebbe ancora tanto da fare soprattutto per venire incontro all’incerto futuro dei ragazzi ma non possiamo che affidarci ai disegni della Provvidenza. In tutti questi anni ho sentito sempre vicino le Vostre preghiere, le vostre premure e il vostro perdurante sostegno economico senza il quale ben poco avrei potuto fare da sola. Ma è la nostra stessa esistenza che non può far a meno della teoria del Bene e neanche… della pratica. Molti dei ragazzi presi in carico alle elementari si sono nel frattempo diplomati o laureati potendosi incamminare per una buona strada di vita malgrado i contesti socioculturali deprivati e a volte molto contraddittori delle loro famiglie.
Ringrazio il Signore per avermi dato l’opportunità di conoscerVi e la forza di spronarVi alla solidarietà e alla condivisione cristiana dei progetti.
Grazie, grazie e buon Natale.
Un caro abbraccio,
Sr. M . Camilla Andreatta
missionaria comboniana
P.S. Devo scusarmi con Voi per la mancata risposta alle Vostre numerose e-mail ma, oltre la grave malattia, ora non ho più un ufficio e un PC a disposizione. Chi volesse continuare nella sua meritoria opera di aiuto all’infanzia ecuadoriana può continuare a farlo utilizzando il C/C N. 86731361 intestato alla: FONDAZIONE COMBONIANE NEL MONDO – ONLUS C.P.12341 ROMA BELSITO 00135 ROMA specificando contributo per il “Progetto Istruzione” o “offerta libera”. E la nuova referente è ora sr. Piedad Aldaz, comboniana come me (e-mail: piedialdaz@hotmail.com).
Archivio familiare, 1944: Giulio Camillo ANDREATTA, mio padre, zia Noris, sua sorella e dietro Adris (Ida) l’altra più giovane e il piccolo Ambrogio, mio fratello con lo stesso nome del nonno paterno. Verso il muro della scuola, con il cappello chiaro in testa, zio Vittore (Ino) di profilo. Famiglia di pionieri della Bonifica provenuta da Paderno del Grappa (TV) undici anni prima. Il 18.12.1933, all’inaugurazione del Borgo, Noris arrivata da poco con i suoi dall’Altitalia era stata scelta dalla maestra Scarpa fra tutte le sue alunne per porgere un mazzo di fiori a Mussolini che le avrebbe allungato una carezza sulla guancia. Più devastante di un ciclone la guerra era appena passata, Roma era stata liberata e ora c’era il bisogno di ritrovarsi per pensare insieme e sentire altro come comunità, di contarsi, di sperare di abbracciare nuovi superstiti oltre quelli già rientrati dai vari fronti. Si leggeva nei volti di tutti il condiviso bisogno di guardare avanti, di costruire un futuro che avrebbe contenuto per sempre il recente passato… Dopo lo sbarco alleato di Anzio la notte del 21/22 gennaio del ’44, gli Americani avevano installato il loro Comando nel nostro Pod.769 di Borgo Bainsizza in Strada dello Scopeto 1 sulla direttrice per l’Appia e Cisterna. Al gen. Mark W. Clark, soprannominato “l’aquila americana”, piaceva molto la cucina di mia madre “Fanny” (Maria De Coppi) e si sdebitava regalando stecche di cioccolata e gallette. Avrò avuto cinque o sei anni quando, salito su una sedia, arrivai ad una mensola alta nella camera dei miei. In punta di piedi toccai una scatola, la presi. Estrassi una confezione ancora sigillata di gallette e la aprii. Ne tirai fuori tre e me le mangiai di buon gusto. Avevano una traccia di agrume, forse di pompelmo della California che il palato e la mente mi rimandano indietro ancora oggi dopo quasi settant’anni… Vicende narrate nel mio romanzo “769. Storie di Pionieri”, Aurore, 2005. Sergio Andreatta
Carissime Amiche e Amici della Missione di Esmeraldas,
vengo a voi con molte novità. Anch’io arrivando al traguardo dei miei 82 anni sono nel frattempo invecchiata. Sono accaduti molti fatti, in questi mesi ho preso anche il Covid-19 che mi ha fatto meglio capire la mia fragilità e doverosamente pensare a quel po’ di futuro che ancora mi resta. Mi è stato così consigliato di abbandonare un po’ delle attività che ho portato avanti in questi anni oltre la direzione del Centro Medico: il progetto Educamy, Vaso Rotto, Hogar campesino, Salute a tutto campo… Non si tratta di rinunciare definitivamente ai progetti ma di cominciare a vedere dopo di me, sperando che qualcuno li possa proseguire.
Il progetto “Hogar campesino” è stato il primo ad essere messo in discussione. Qualche anno fa avevamo chiuso l’Associazione e nell’ultima riunione prima di ritirarci, noi soci avevamo eletto come responsabili della sola Casa “Hogar campesino” la Signora Anna e il figlio. Purtroppo in seguito ad alcuni movimenti finanziari poco trasparenti siamo dovuti intervenire per chiarire. L’Associazione Alito ha continuato a finanziare il progetto con 2.000,00 €. annuali. Soldi spesi per pagare il pane, la luce, internet e le medicine. Attualmente, con la previa approvazione della stessa Associazione Alito ci siamo distaccati dall’originario progetto e indirizzato le entrate dalla stessa e di altri benefattori al progetto “Vaso Rotto” di San Lorenzo che sostiene 110 ragazzi, tra cui diversi disabili tra i 4 e i 18 anni.
Il progetto “Salute a tutto campo” se riceverà qualche offerta verrà passata al Centro Medico “Madre Anastasia” per finanziare le spese di viaggio e le medicine di chi ha urgentemente bisogno di trasferirsi in un’altra città per cure ed esami specialistici che qui ad Esmeraldas non è possibile effettuare. Il progetto Educamydi adozione a distanza è più complesso e difficile da riposizionare. Sarebbe infatti necessaria una persona che conosca l’Italiano per continuare la corrispondenza con i benefattori, che accetti il progetto così com’è senza stravolgerlo, assicurando e garantendo i benefattori sulle finalità che sono esclusivamente di aiuto (promozione della dignità umana e diritto allo studio) ai bambini di famiglia povera. Avremmo inoltre bisogno del servizio di una segretaria o assistente sociale che continui a visitare le famiglie e valutare le necessità più urgenti. Siamo in trattativa con un Istituto secolare italiano che opera in città, considerato che qui tra noi ad Esmeraldas non è rimasta neanche una suora comboniana Italiana. Intanto, a fine ottobre, io ho anche lasciato l’amministrazione del Centro Medico “Madre Anastasia” nelle mani di Sr. Massimiliana Rosso dell’Istituto delle Suore Serve del Sacro Cuore. Penso che lo porterà avanti bene e con lo stesso spirito che ha animato per tanti anni noi Comboniane.
Noi abbiamo operato in questo centro fin dall’anno 1959 per ben 62 anni di intensa missione in cui si sono succedute 12 Sorelle. Da piccolo dispensario in cui un medico e una Missionaria attendevano i malati quando capitavano si è via via sviluppato un Centro medico con 20 medici specialisti, con un laboratorio clinico certificato a livello internazionale, con un servizio di ecografia, con l’eco e l’elettrocardiogramma, con l’infermeria e la farmacia. Abbiamo via via convertito un piccolo dispensario in un centro di salute provinciale, offrendo il nostro servizio medico e solidaristico a tutti i cittadini. Sempre particolarmente impegnate a soddisfare le richieste di aiuto dei più bisognosi.
Per chiudere questa lettera, dove vorrei si respirasse sempre l’amore per i più bisognosi e la più profonda umanità e per me anche la gioia di un dovere compiuto, voglio ora consegnarvi una breve poesia:
OGNI UOMO È MIO FRATELLO
di Tali Sorek
una ragazza ebrea di 13 anni
Avevo una scatola di colori brillanti, decisi e vivi.
Avevo una scatola di colori, alcuni caldi e altri molto freddi.
Non avevo il rosso per il sangue dei feriti,
non avevo il nero per il pianto degli orfani,
non avevo il bianco per le mani e il volto dei morti.
Non avevo il giallo per le sabbie ardenti.
Ma avevo l’arancione per la gioia della vita
ed il verde per i germogli e i nidi
ed il celeste dei chiari cieli splendenti
ed il rosa per i sogni e il riposo.
Mi sono seduta e ho dipinto la pace.
Nella speranza che trionfi sempre la Verità e la Pace auguro a tutti un SANTO e FELICE NATALE e, perché no, un anno sereno.
Sr. Camilla Andreatta
Missionaria Comboniana in Ecuador
Carissimi Benefattori,
come avete potuto leggere nella sua lettera, Madre Camilla Andreatta colpita dal covid_19 ne è uscita viva per miracolo, ma con qualche conseguenza, per cui seppur con rammarico ha dovuto ridurre molti impegni della sua Missione. Il Progetto Educamy di promozione del diritto allo studio dei niños di Esmeraldas, in cui siete stati coinvolti in questi anni come sostenitori, spera di affidarlo ora ad un’altra Associazione. Per il momento chi desidera mantenere l’impegno di adozione già assunto viene gentilmente invitato a mandare la quota, con riferimento personale a lei, tramite il bollettino postale intestato alle Pie Madri della Nigrizia (cioè le stesse Comboniane) che vi allego. Dio volendo la prossima primavera tornerà tra noi e potrà illustrare lei stessa gli sviluppi della nuova situazione. Ora non mi resta che di rivolgere i miei più sinceri auguri a Voi che state riempendo di speranza di futuro la vita di questi ragazzi: buon Natale e felice Anno Nuovo.
Che cosa ci orienta oggi, 18 novembre 2021, verso la speranza? L’impulso del cuore di un bambino che “ANDRA’ TUTTO BENE”? O il pensiero radicato nella mente che non siamo più uguali a ieri? Il COVID ci ha devastato è vero, ha distrutto molte sicurezze, cambiato il corso dell’umanità. Ma non vogliamo, almeno io non vorrei malgrado l’età, ridurmi moralmente sul lastrico e pensare che sia già tutto finito. No, non può esserlo né apparire che lo sia. Esistiamo. Per strada guardo negli occhi una ragazza, votata ad essere un giorno madre forse, e leggo nella sua espressione innamorata qualcosa di più dell’esile speranza. Esistiamo per Dio, per la nostra civiltà e per il progresso che si nutre dei piatti della scienza e il corso della storia potrà ancora cambiare. Sergio Andreatta
Grande centenario, personaggio d’intelletto e d’azione Mons. DIONIGI ANTONELLI, sacerdote e oratore, grande studioso e pubblicista di storia non soltanto locale, fautore della ricorrenza del Millennium di Picinisco (2017). Una persona estroversa, di ampie vedute e di famelica cultura che ha onorato la Chiesa di Sora, da rettore il Santuario della Madonna di Canneto e naturalmente la sua Comunità di Picinisco che lo ricorderà in eterno per i suoi libri sempre diligentemente asseverati alle fonti, per le sue inestimabili doti umane e anche per la sua verve spumeggiante nell’interazione con gli altri. Ti ricordo quella domenica alla Collegiata di San Lorenzo quando, al termine della celebrazione religiosa dopo la conclusiva benedizione, vedendomi volesti trattenere la comunità dei presenti per un inaspettato panegirico sul mio ultimo libro “Camilla, Missione Esmeraldas”.
Un gran libro quello di DACIA MARAINI “In nome di Ipazia” sul destino femminile, una raccolta di articoli e riflessioni sull’argomento partente dagli anni 70 fino ad oggi. Così in “Cercando Maria Callas a Parigi”, 16 dic.2012, ppgg.184/188:
La mattina vado al cimitero di Père-Lachaise, il più celebre cimitero del mondo, vorrei visitare la tomba di Maria Callas… Ci mettiamo in quattro (con un giovanotto e una ragazza in jeans e giaccone che tiene in mano una rosa fresca) alla ricerca della sepoltura della meravigliosa cantante… Ci troviamo davanti alle scale che scendono verso una scura apertura sottoterra. Ed ecco il numero 16258, la celletta che contiene le ceneri di Maria Callas. I due ragazzi si chinano a leggere il nome, increduli, come noi, di tanta povertà e anonimità. Ci guardiamo stupiti. La ragazza cerca di appoggiare la rosa, ma dove?… La gentile mano dell’ammiratrice finisce per deporla a terra, su un crudo pavimento di cemento grigio. Veramente una desolazione. Ci sono tanti monumenti qui intorno, pretenziosi e barocchi, coperti di fiori, di allori di frasi pompose. E per Maria solo una mattonella in un sotterraneo?
Chi non ricorda non vive e questo vale anche e soprattutto per una scuola. L’Istituto Comprensivo G. Giuliano di Latina ha ricordato il 20 dicembre 2023, nella ragion d’essere del suo titolo, il sacrificio avvenuto il 6 maggio del 1971 dello studente tredicenne di scuola media Giuseppe Giuliano frequentante la Dante Alighieri a Palazzo M. Già nell’immediatezza della tragedia gli sarebbe stata conferita alla memoria la medaglia d’oro al valor civile* da parte del Presidente della Repubblica G. Saragat per l’essenziale contributo alla cattura di un pericoloso delinquente. Giuseppe intravisto Nenè, ritornato nei paraggi di casa sua per salutare la ragazza, correva ad avvisare il padre della sua presenza in cortile e nella concitazione che ne sarebbe seguita sarebbe involontariamente partito un colpo di pistola … Oltre gli Autori del libro “240 ore” il regista Cristian Goffredo Miglioranza e Danilo Ceirani, erano presenti alla manifestazione i familiari del ragazzo ucciso, la sorella Maria di un anno più giovane di lui e il nipote, entrambi docenti ad Aversa lei a Palermo lui … Eppure sulla tragica morte non sarebbe mai stata fatta piena luce, qualcosa di contraddittorio venendo all’epoca sottaciuto (più che la pistolettata dell’evaso, in un presunto incrocio di spari, a colpire pare che sia stato il fuoco amico di un altro agente carcerario), mentre alla sorella ho potuto privatamente rivelare un episodio in qualche modo correlato e che mi riguarda direttamente. La sera sera del 28 aprile 1971, intorno alle 21,50, avevo intercettato io stesso in via Ecetra i tre appena evasi dalla vicina Casa Circondariale di via Aspromonte (ne avrei avuto conferma il giorno dopo dal notiziario della radio ). I tre mi venivano incontro piuttosto malconci occupando frontalmente l’intera sede stradale, tra essi al centro uno palesemente zoppicante (Giovanni, detto Nane, Pregnolato). Alla luce dei fari il quadro mi dovette sembrare subito particolarmente preoccupante. Così dopo una rapida inversione dell’auto (la R8 bianca del forestale Emilio Pirri, mio futuro suocero, con cui viaggiavo insieme ma che in quel momento guidavo io) in preda ad un grave turbamento o per un inafferrabile sesto senso sarei tornato indietro in Via Isonzo per allertare la Squadra Mobile, con i due agenti a bordo della volante, che avevamo appena visto stazionare davanti al ristorante Mimì. Forte dell’impressione ricevuta pure il forestale a bordo avrebbe perorato la necessità di un sollecito controllo dello sgangherato terzetto. Purtroppo quegli agenti persero tempo attardandosi a parlare a lungo con il radiotelefono prima di muoversi tanto da non trovare più poi i tre ceffi che, probabilmente insospettiti dall’improvvisa manovra, avevano mangiato la foglia si erano nel frattempo dileguati nel buio delle campagne circostanti. Così quell’inconcepibile ritardo, per quello che sarebbe accaduto nei giorni successivi al Quartiere Gescal, mi avrebbe lasciato per sempre una pietra nel cuore. Sergio Andreatta
* La menzione dell’onorificenza recita:” Per il fulgido esempio di generoso coraggio e di amore filiale, spinti fino all’estremo sacrificio”.
CHIESA PONTINA è il Mensile di Coordinamento e Animazione Pastorale della Diocesi di Latina-Terracina-Sezze-Priverno, nel n°. 313/2023, a pag.10, dedica un ampio articolo alla comboniana Suor CAMILLA ANDREATTA, mia sorella che dopo quasi 60 anni di missione in varie parti del mondo, si è spenta il 27 maggio scorso a Verona: Un canto d’amore.
In fondo pagina un ricordo di Don ADRIANO BRAGAZZI, vicario del Vescovo, prematuramente scomparso. Un sant’uomo.
(Le famiglie pioniere Andreatta di Borgo Bainsizza e Bragazzi di Borgo Podgora si conoscevano bene e ancor meglio quando Noris, sorella di mio padre, andò sposa ad Ottavino Ferula del podere confinante con il loro. Lei l’aveva visto crescere Adriano… Dopo un’aspra querelle tra me, dirigente scolastico, e il pur caro amico don Felice Accrocca (ora benemerito arcivescovo metropolita di Benevento) sulla necessaria costruzione di una scuola statale dell’infanzia a Borgo San Michele, il Vescovo, mons. Giuseppe Petrocchi, m’inviò proprio don Adriano per ricomporre la frattura e a scusarsi dei toni sopra le righe usati contro di me da esponenti del clero presenti all’infuocata assemblea popolare che, come sobillata, disordinatamente si opponeva temendo la chiusura della storica scuola comunale gestita dalle suore francescane. Poi l’innovativa scuola statale “Città di Latina”, dal sorprendente progetto dell’arch. Antonio Ciotoli, voluta inizialmente da me ma sostenuta poi anche dal sindaco Vincenzo Zaccheo, sarebbe stata costruita garantendo il diritto di frequenza a tutti i bambini di un Borgo demograficamente cresciuto a dismisura e dal 2009 avrebbe iniziato il suo bel percorso formativo contestualmente alla Scuola “delle suore”… Così don Adriano si era presentato con umiltà nel mio ufficio di direzione per scusarsi del comportamento tenuto allora da altri probabilmente fuorviati da un equivoco).
Ecco chi era don Adriano Bragazzi e chi, sulla testimonianza della sua ultima superiora, sr. Camilla Andreatta: due esempi luminosi, due pontini iscritti al registro dei testimoni di fede della Chiesa non soltanto locale. Sergio Andreatta
(Nelle parole, lette prima delle esequie, della Superiora della Comunità dott.ssa Sr. Dorina Tardiello).
Sr. Camilla nasce a Latina (Borgo Bainsizza) il 16.12.1939, battezzata con il nome di Bertilla, prenderà alla professione il nome di Camilla in ricordo del padre.
Entra nell’Istituto delle Suore Comboniane il 21.03.’63 e professa il 29.09.’65 a Verona.
Parte poco dopo per gli studi a Roma e completerà il suo percorso scolastico in Eritrea con l’abilitazione magistrale.
A Roma l’anno seguente seguirà un Corso di Psicologia.
La sua prima missione sarà in Eritrea, poi in Ecuador nel campo educativo e la troviamo a Esmeraldas, nell’isola di Limones, sulle Ande di Sighcios e poi sulla Costa a San Lorenzo come rettore del Collegio.
Nell’83 passa in Messico con il ruolo di delegata fino all’87.
Nell’88 è a Roma per un servizio alla Procura Missioni dove rimarrà fino al ’96 quando ripartirà per l’Ecuador.
A Esmeraldas sarà responsabile della Pastorale educativa diocesana e poi prenderà la Direzione e Amministrazione del Centro di Salute “Madre Anastasia”.
L’attenzione e la cura per l’educazione integrale dei giovani avrà sempre un posto importante nel suo cuore.
Nel 2022 i primi sintomi di una malattia grave e quindi il rientro in Italia per cure mediche nella Comunità del Cesiolo.
Sr. Camilla ha realizzato molti Progetti in campo educativo, sociale e sanitario che hanno avuto un grosso impatto nella realtà di estrema povertà in cui si è trovata ad operare.
Tutto è stato possibile grazie ad una Rete di solidarietà che ha costruito negli anni coinvolgendo familiari, amici e gruppi con interesse umanitario e missionario.
Sono stati tanti anche i Servizi resi alla Congregazione: delegata in Messico, consigliera in Ecuador, superiora di comunità, procuratrice generale a Roma, responsabile nella formazione.
Partecipa a molte assemblee provinciali e panamericane sulla formazione e sull’economia e a capitoli generali dando il suo apporto competente e appassionato.
Anche la superiora generale, Sr. Ann Mari Quigg, Le ha espresso in una recente Lettera la riconoscenza delle Sorelle per il Suo senso di appartenenza alla Congregazione e alla Missione vissuto sempre con amore e passione.
(Fine della I Parte. Nella II di domani daremo voce alle Sorelle che l’hanno conosciuta e sono vissute con Lei e ad una sua poesia scelta fra quelle pubblicate in postfazione nel libro: Sergio Andreatta, Missione Esmeraldas, Prefazione di Padre Giulio Albanese, Aurore Ed., 2015).
“Gli anni che ho vissuto è tutto ciò che Dio mi ha dato per la bellezza della sua Missione e la mia felicità. E ora la pace”.
BERTILLA ANDREATTA
SUOR CAMILLA da missionaria comboniana
(Latina 16.12.1939 / Verona 27.05.2023)
Bertilla da Borgo Bainsizza, poi Madre Camilla, ha speso la sua esistenza per gli altri nelle periferie più povere del mondo dove ha operato per 55 anni. Oggi ha spento il suo sorriso e concluso la sua missione nella Casa delle Pie Madri della Nigrizia di Verona.
Il Signore, unico bene, è sempre stato al centro della sua vita.
Ci piace ricordarla con alcuni passi della sua ultima lettera (Natale 2022) agli Amici e ai Benefattori:
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“… Malgrado la malattia sono fiduciosamente aggrappata alla speranza e mi faccio stringere dalle braccia del Signore…
Ricordo i miei primi tempi sugli Altipiani di Eritrea e alla Scuola di Asmara, poi nell’isola di Limones sperduta nel Pacifico e sulle cime delle Ande che mi facevano infervorare per la loro altezza perché toccavo il cielo con un dito. L’’Ecuador, con le missioni sulla Costa di San Lorenzo del Paillon prima e di Esmeraldas poi, sarebbe diventato presto la mia seconda patria…
Dopo la parentesi da provinciale a Città del Messico e l’incarico alla Procura Generale di Roma, ho chiesto, e mi è stato accordato, di rientrare 26 anni fa nella Missione Comboniana di Esmeraldas dove, sostenuta da tanti Benefattori di ogni parte d’Italia, ho potuto attivare vari Progetti di sostegno alla popolazione ma soprattutto di aiuto ai niños, come il Progetto Educamy con numerose adozioni a distanza, per accompagnarli nello studio e avviarli ad una vita più dignitosa. Con l’Hogar Campesino abbiamo potuto ospitare in una casa in città, sostenendoli nei loro percorsi di buona crescita, i ragazzi più poveri provenienti da villaggi anche estremi. … Successivamente una quindicina di anni fa sono stata spostata dalla pastorale educativa diocesana e chiamata ad occuparmi di Sanità, a dirigere lo storico Centro Medico Madre Anastasia… dove mi sono adoperata per migliorarne le dotazioni tecnologiche e innalzare le prestazioni … In tutti questi anni ho sentito sempre vicine le Vostre preghiere, le vostre premure e il vostro perdurante sostegno economico senza il quale ben poco avrei potuto fare. Io credo che sia la nostra stessa esistenza a non poter far a meno della teoria del bene e neanche… della pratica. Molti dei ragazzi presi in carico alle elementari si sono nel frattempo diplomati o laureati potendosi incamminare per una buona strada di vita malgrado i contesti socioculturali deprivati delle famiglie e a volte contraddittori e degradati della stessa società” …
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La nuova Superiora Generale delle Pie Madri della Nigrizia, la scozzese Suor Anne Marie Quigg, anche a nome del Consiglio, (prot. XIICp/117/2023), qualche settimana prima della morte ebbe a scriverle:
“… Desidero ringraziarti per il tuo servizio generoso che hai sempre reso alla missione, sia in Eritrea che nelle Circoscrizioni di MCRG e EPC. Grazie per il tuo senso di appartenenza alla Congregazione e alla missione che hai sempre vissuto con amore e passione…
… Prego perché in questa separazione, senz’altro dolorosa, dalla missione che hai tanto amato, tu possa sentire l’affetto, la riconoscenza e la vicinanza delle Sorelle, della gente e di tutta la Congregazione…
Vorrei affidarti una nuova missione: Ti chiedo di ricordarci nelle tue preghiere perché sappiamo essere sempre aperte allo Spirito del Signore, per il bene della Congregazione e della Chiesa Missionaria.
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E in tal senso, fin nelle sofferte ultime ore della sua esistenza, Madre Camilla ha continuato ad essere missionaria, devolvendo ogni sua risorsa personale ai niños di Esmeraldas.
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P.S.: Chi volesse continuare nel sostegno alla povera infanzia ecuadoriana può farlo utilizzando il C/C N. 86731361 intestato alla: FONDAZIONE COMBONIANE NEL MONDO – ONLUS C.P.12341 ROMA BELSITO 00135 ROMA, specificando contributo per il “Progetto Istruzione”. Nuova referente Sr. Piedad Aldaz: e.mail: piedialdaz@hotmail.com
Agli ANDREATTA di PADERNO del Grappa (i cosiddetti FORMIN: Ambrogio, già emigrante negli USA, i figli Vittore, Giulio Camillo, Aurelio, Corrado, Noris, Adris e la loro mamma Luigia FILIPPIN, cugina di monsignor Erminio fondatore degli Istituti), quando giunsero in Piscinara a BAINSIZZA, fu assegnato dall’O.N.C. un podere non lontano dal Borgo, il 769 di 23 ha. con una casa azzurrina abbastanza simile a quella in foto. Con poche varianti: il forno era ubicato davanti alla porta d’ingresso, la cucina a dx e il prospetto sul fronte strada (dello Scopeto 1) era rivolto a est dove abbelliva l’architettura un grande e profondo portico a tre ampi archi romani. La stalla affacciava sui campi. E prevalentemente in questa casa, sede provvisoria del Comando Alleato dopo lo sbarco di Anzio del 21/22 gen. del ’44, in questo locus genii io avrei ambientato il mio romanzo: “769. STORIE di PIONIERI” (2 Edizioni). Nell’autunno del ’33 la famiglia di bonificatori veneti avrebbe pianificato per la prima volta la semina del frumento per non esentarsi dalla “battaglia del grano” voluta dal Duce. In questa casa, agli inizi non ancora circondata dalla bella corte con alberi, fiori e un grande brolo, si lavorava duramente perché solo questo dava un senso alla vita familiare imperniata sull’ideale del riscatto della terra promessa ma ci si divertiva da pazzi. Sì, c’era bisogno di qualche stimolo fantastico, di un ideale non impossibile capace di dar forma alla speranza che un giorno li aveva fatti muovere dal Veneto. In seguito con le tavole delle molte casse di munizionamento abbandonate dagli americani e un pò di assi comprati sarebbe stata costruita una balera e, tamponando gli archi della casa con blocchetti di tufo, un’osteria con campi di bocce e tavoli da gioco. Mio padre, indomito cuore di alpino, suonava (sax e clarinetto) con il suo complesso e i giovani s’incontravano su quel pavimento di legno e s’innamoravano tra una polka e una mazurka. Giulio Camillo sarebbe stato uno dei primi consiglieri comunali dei Borghi e sarebbe morto nel ’57 in un tragico incidente di moto nell’attuale Via Romagnoli, il giorno del suo 44° compleanno, proprio mentre si recava ad una seduta del Consiglio Comunale di Latina. Sergio Andreatta